In Sardegna Radja Nainggolan ha trovato l’amore, una squadra di Serie A che credesse ciecamente in lui e in generale un’intera isola che lo ha subito amato e coccolato; il centrocampista belga di origini indonesiane ha ricambiato l’affetto diventando il padrone assoluto del centrocampo del Cagliari, donando polmoni, muscoli e cuore per la causa rossoblu e garantendo affidabilità tecnica e fisica come confermano le 137 presenze (praticamente ha saltato solo qualche partita per squalifica) e 7 gol. Arrivato nel capoluogo sardo nel gennaio del 2010, Nainggolan era già noto agli appassionati di Serie B avendo ben figurato tra le fila del Piacenza: lo portò in Italia ancora giovanissimo (a 17 anni) il procuratore Alessandro Beltrami, avendolo notato in Belgio nel Germinal Beerschot; in Emilia due campionati e mezzo in cadetteria ad altissimo livello, quindi l’intuizione di Marroccu e Cellino di portarlo a Cagliari. Il resto è storia nota.
Ora che Nainggolan, ricordiamolo un classe ’88, ha dovuto salutare capitan Conti e compagni per tentare l’avventura nella Roma, il suo posto verrà momentaneamente preso da Daniele Dessena, ma chiunque dovesse sostituirlo da qui in avanti non colmerà facilmente il vuoto molto molto grande che ha lasciato tra la gente di Cagliari e nel sodalizio rossoblu; sul proprio sito ufficiale si legge infatti:
“La Cagliari Calcio ringrazia pubblicamente Radja Nainggolan per il suo attaccamento alla maglia rossoblù e la professionalità dimostrata sul campo sino all’ultima partita di domenica scorsa contro il Chievo. Auspichiamo che nel prosieguo della carriera possa raggiungere i migliori successi. Amareggia aver dovuto cedere un uomo e un calciatore come lui ma, come lo stesso Nainggolan ha ben spiegato, le note vicissitudini degli ultimi anni legate allo stadio non ci hanno permesso di tener fede ad un progetto ambizioso che, attraverso le conferme dei calciatori più forti e rappresentativi, avrebbe dovuto portarci ad ambire a traguardi più prestigiosi rispetto a quelli finora raggiunti. Un’amarezza maggiormente sentita nel caso di Nainggolan, perché ci priviamo proprio di chi aveva deciso di sposare con entusiasmo questo nostro progetto. Nonostante ciò non perdiamo la speranza, e continuiamo a lavorare affinché qualcosa possa ancora cambiare e i nostri calciatori possano presto scendere in campo per obiettivi importanti. L’auspicio è che possano farlo finalmente in un palcoscenico degno della città e della regione che rappresentiamo”.
Il mediano ha infatti scritto una lettera aperta per ringraziare tutti:
“Per un sardo è difficile lasciare la propria isola. Lo è anche per me, che ormai sardo lo sono diventato d’adozione. Da una parte sono contento perché il trasferimento può essere un passo importante nella mia carriera calcistica; dall’altra sono dispiaciuto perché lascio un posto dove sono cresciuto come uomo e come calciatore. Ero convinto che in questa piazza si sarebbe potuto fare qualcosa di importante: purtroppo si sono verificati dei problemi che ci hanno allontanato dai tifosi e dall’Isola e hanno impedito la realizzazione del progetto. Spero comunque che questa situazione possa risolversi al più presto perché il Cagliari e la città di Cagliari meritano molto più di quello che hanno ricevuto negli ultimi tre anni. Non smetterò mai di ringraziare il Presidente, i compagni, la Società, gli allenatori che ho avuto durante queste stagioni in rossoblù. Grazie a loro sono diventato quello che sono oggi. Non meno importante il ringraziamento per i tifosi, che mi hanno sempre sostenuto e mi hanno fatto diventare il primo tifoso di questa squadra. Per questa maglia ho sempre dato il massimo. Oggi termina un cammino; ne inizia un altro, ma questi anni me li porterò sempre dentro. Faccio un grosso bocca in lupo a tutti i miei compagni (e amici). Sono sicuro che faranno un ottimo finale di stagione anche senza di me. Mi mancheranno, così come spero che anche io mancherò un po’ a loro. Cagliari, ti voglio bene!”.
Per la serie: le storie d’amore con Cellino non sempre finiscono con accuse e veleni.
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